Mi sono svegliata con una gran voglia di Manchester stamattina, di shopping all’Affleck’s Palace, di scarpe vintage e dischi in vinile.
Ho messo un disco dei Joy Division e subito mi sono catapultata in un’atmosfera anni ’80: case dai mattoni rossi con grandi finestre e orde di giovani ragazzi incazzati dall’aria brutta, sporca e cattiva.
Nel tempo qui si è respirato rabbia, musica e cultura:
alla Chetham’s Library Marx e Engels parlavano delle prime idee su Il Capitale, i Sex Pistol rivelarono al mondo la rabbia dei giovani figli della classe operaia, i fratelli Gallagher si scazzottavano in giro per il mondo sputtanando il nome degli Oasis.
Oggi anche Manchester ha superato quella rabbia che ha contraddistinto la sua storia, ma ha mantenuto la passione per la musica: i dischi si ascoltano ancora graffiati dalle puntine, i giovani si vestono come vecchie rockstar e si balla, si canta e si beve fino a notte a fonda.
Sarà colpa del clima, che piove sempre, ma qui la musica è ovunque e batte il tempo dell’acqua sulle grondaie…